lunedì 2 febbraio 2015

Chi era Omero? E' realmente esistito?

Storicamente Omero è definito l'autore dei due massimi poemi greci dell'antichità, l'Iliade e l'Odissea, di lui non si conosce alcuna notizia biografica con certezza, poichè ci sono sette diverse biografie provenienti da sette fonti diverse, nessuna delle quali attendibile.
Questo dibattito ha origini molto antiche e nel corso del tempo ha assunto diverse forme e diverse interpretazioni, infatti si esisteva sull'esistenza di Omero già nell'antichità, ma la discussione ha avuto un importante sviluppo negli ultimi secoli del medioevo e nei primi del riascimento.
Essa è motivata, anzitutto, dall'interesse per la figura del poeta Omero, di cui gli antichi non dubitavano ma, allo stesso tempo, di cui avevano notizie insicure e che era al centro di vere e proprie rivendicazioni (per esempio sul luogo di nascita); soprattutto, però, trae origine dai dubbi testuali suscitati dagli stessi poemi omerici: in essi, infatti, vi si trovano incongruenze (per esempio l'uso del duale nel libro IX dell'Iliade, quando i membri dell'ambasceria sono in realtà tre), contraddizioni (per esempio Pilemene, re dei Paflagoni, che muore in Iliade V 576 ma ritorna in XIII 658), frequenti ripetizioni di espressioni e interi blocchi di versi.
Nel Medioevo, dunque, l'abate Aubignac sostiene che Omero non è mai esistito e che i suoi due poemi, non solo sono frutto di una redazione, ma sono stati scritto da due diversi autori,metre, il giurista italiano Giambattista Vico, sostiene, come Robert Wood, che i poemi omerici furono composti e tramandati oralmente.
Nel 1795 Friedrich August Wolf pubblicò la Prolegomena ad Homerum (Introduzione ad Omero), ancora oggi ritenuta la prima trattazione del poema a livello scientifico, l'opera, è per circa metà costituita da un'approfondita omerologia antica, mentre nella seconda metà si affronta più direttamente la questione, per questo,  va riconosciuto a Wolf il merito di aver sviluppato tesi e spunti offertigli dai suoi predecessori e di aver indicato ai suoi successori una strada analitica.
Analitica che si divide in due correnti:

  • secondo la prima, quella del nucleo primitivo le opere sono centrate su due episodi, uno sull'ira di Achille e uno sul ritorno di Odisseo, intorno ai quali, in seguito, si sono creati gli interi poemi;
  • la seconda invece, la teoria dei canti sparsi, sostiene che vi erano canti autonomi o poemetti minori, che, ad opera di un altro poeta sono stati ricuciti e riadattati all'intero poema.
La svolta decisiva venne data da uno studioso di nome Milman Parry, che sosteneva che i poemi nacquero in cultura orale, cioè in popoli che non conoscevano l'arte della scrittura, egli esaminò le cosidette "formule" dei poemi omerici, gruppi di due o più parole che si ripetono ritmicamente, e sostenne che erano utilizzate per poter memorizzare lunghi poemi con minore sforzo mentale, secondo Parry, dunque, i poemi omerici non sono frutto di un singolo autore, ma dell'intera cultura di un popolo, tramandata da un numero indefinibile di Rapsodi, che non imparavano a memoria, ma ripetevano di volta in volta i poemi con qualche piccola variazione, ed è così che questi splendidi poemi sono giunti a noi sin dall'antichità.

2 commenti:

  1. Ma ILIADE ed ODISSEA queste opere chi le ha scritte
    (e non solo perchè sono state attribuite .a.... ) ??

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  2. CITARE FONTI SICURE !!!!

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